
Cosa fare a San Diego durante il May Gray
Eccoci, ci risiamo…abbiamo passato un bell’aprile, sole caldo, cielo azzurro intenso con qualche nuvola, siamo andati in piscina quasi tutti i giorni (in pausa pranzo, eh), abbiamo fatto pic nic nei parchi, grigliate nel finesettimana e la nostra pelle ha iniziato a dorarsi al sole….ecco arriva maggio, e, abituata all’Italia, penso al sole, la spiaggia, il mare, il caldo, i sandali e i pantaloncini corti….
In piscina in aprile In piscina in aprile Pic nic al Balboa Park
EH NO! Qua siamo a San Diego, qua maggio non è il nostro maggio. EH NO, qua maggio è MAY GRAY!!!
Ne avevo già parlato in questo post lo scorso anno, quando per la prima volta avevo sentito parlare di questo May Gray (ma perché non ne parla mai nessuno?!) e lo avevo tristemente subìto con ripercussioni sul mio umore. Ma quest’anno, ho elaborato un piano: se continuate a leggere, oggi scoprirete cosa fare a San Diego se vi trovate qui durante il May Gray.
Siamo quasi alla fine di maggio quando scrivo questo post e a parte i primi 3-4 giorni del mese, non c’è stato un solo giorno, ripeto, non uno, in cui non ci siamo svegliati con il cielo coperto di nuvole grigie e talvolta anche nebbia. Insomma, a maggio, a San Diego ci si sveglia che è novembre inoltrato! In questo periodo ho avuto molti contatti con l’Italia (obbligatoriamente al mattino, visto che ci sono 9 ore di differenza per il fuso orario), e a ogni persona ho dovuto spiegare che no, non c’è il sole, qui, nella “sunny” California!
Forse uscirà più tardi, verso le 11.00 o mezzogiorno, ma non è detto. Forse resterà nuvoloso e freddino per tutto il giorno. E domani? Di nuovo. Nuvole, umidità, temperature tra i 15 e i 18 gradi. Quando esce il sole, si arriva a 20 gradi, ma a quel punto arriva anche il vento freddino (e così niente piscina, neanche di pomeriggio!).
A maggio, a San Diego ci si sveglia che è novembre inoltrato!
E allora increduli, gli interlocutori mi dicono che pensavano ci fosse sempre il sole qui a San Diego. E lo so, dico io, lo credo: del May Gray non parla mai nessuno! E neanche del fatto che le acque dell’Oceano qui nella West Coast sono freddissime, molto più fredde delle acque della East Coast. Dall’altro lato, infatti, la calda Corrente del Golfo che arriva dal Golfo del Messico scalda l’acqua, mentre di qua, noi, “fortunelli” abbiamo la fredda Corrente del Golfo dell’Alaska che raffredda le acque.
Ed è proprio l’acqua fredda che raffredda l’aria soprastante creando lo strato marino, denso e ricco di umidità. Al di sopra di questo strato uno strato di aria più calda fa pressione e provoca la formazione di nebbia e nuvole. Quando la pressione è bassa le nuvole si espandono anche nell’entroterra, ma se la pressione è alta, le nuvole non si espandono e restano solo nella fascia costiera.
E lo so, dico io, lo credo: del May Gray non parla mai nessuno!
Si nota molto bene questo fenomeno qui a San Diego. Uno dei primi giorni di may gray avevo un appuntamento a Shelter Island, una piccola penisola turistica nella penisola di Point Loma, sulla costa, insomma. Partita dal mio quartiere, più o meno a 5 km dalla costa, con il solito cielo grigio, a Shelter Island oltre al grigio, essendo sul mare, trovai anche un bel vento freddo. Dopo l’appuntamento mi diressi a trovare un’amica che abita a El Cajon, una città nell’entroterra a meno di 30 km dalla costa.
Qui, cielo azzurro senza una nuvola, un sole caldissimo, non un filo d’umidità, insomma, maggio! E fu proprio tornando da questa visita, passando dalla calda, piacevole, stimolante primavera inoltrata di El Cajon al triste, freddino, noioso autunno inoltrato della mia University City, che elaborai il mio piano per non subìre anche quest’anno il May Gray.
A maggio, se siete a San Diego, dovete andare nell’entroterra. Così ho organizzato una scaletta di gite fuori porta, una per ogni fine settimana, e funziona! Nei prossimi post vi racconterò i dettagli delle destinazioni, con i miei consigli e le mie osservazioni. Per il momento, vi faccio, qui di seguito, una breve lista.
A dispetto del nome e contrariamente alle aspettative per noi italiani che quando parliamo di zoo safari, pensiamo ad un parco da percorrere con le auto o con i minibus, questo zoo si percorre a piedi
Il primo finesettimana siamo andati a Temecula, una cittadina a un’ora e mezza di auto da San Diego. Abbiamo passeggiato nella Old Town, e fatto acquisti al food market settimanale, poi abbiamo ammirato i panorami della Temecula Valley, famosa per la produzione di vini, abbiamo pranzato con vista vigneti, e nel pomeriggio, ci siamo anche concessi una degustazione di vini californiani in una location super autentica e poco turistica (che è quello che piace a noi, anche se in questa zona è stata una sfida, perché è come trovare un ago in un pagliaio).
Il secondo finesettimana siamo andati al San Diego Zoo Safari Park, che si trova a Escondido, circa mezz’ora da San Diego. A dispetto del nome e contrariamente alle aspettative per noi italiani che quando parliamo di zoo safari, pensiamo a un parco da percorrere con le auto o con i minibus, questo zoo si percorre a piedi. Passato il primo momento di tremenda delusione, lo Zoo Safari Park è, secondo me, più piacevole del San Diego Zoo, lo zoo cittadino che si trova all’interno del Balboa Park.
I percorsi a piedi sono passeggiate godibilissime, con ambientazioni specifiche e anche musica, in alcuni punti, che riportano agli habitat naturali dei diversi animali. La mia parte preferita del parco è sicuramente l’Africa dove sono visibili (da lontano perché lasciati liberi in uno spazio gigantesco) rinoceronti, giraffe, impala, bufali, gazzelle.
Nella mia incredulità per averla trovata addirittura nel deserto, abbiamo bevuto la nostra migliore birra italiana, la Menabrea
Il terzo finesettimana ci siamo spinti un po’ più nell’entroterra e siamo andati all’Anza-Borrego Desert State Park, a circa un’ora e mezza di auto. Abbiamo fatto una bellissima e scenica passeggiata tra le rocce che sono state sfondo di molti film western, poi siamo andati nella cittadina di Borrego Springs, dove ci siamo rilassati con un pranzo speciale e, nella mia incredulità per averla trovata addirittura nel deserto, abbiamo bevuto la nostra migliore birra italiana, la Menabrea! Poi ci siamo persi di nuovo nel deserto alla ricerca delle sculture di arte contemporanea. Sulla via del ritorno, abbiamo concluso la giornata con una degustazione con vista nella comunità di Ramona.
Per i prossimi finesettimana, ci sono in lista La Mesa, con il suo Lookout e Felix the Helix, un’opera a mosaico progettata per essere un punto d’incontro in centro al villaggio di La Mesa e che ripropone gli eventi salienti della storia di questo paesino, molto caratteristico, a est di San Diego; Poway con il bellissimo Old Poway Park and Village che altro non è che la realizzazione del sogno di un colonnello dell’esercito in pensione che, dopo essersi stabilito a in questa cittadina nel 1948, volle rivitalizzare la vecchia Poway e renderla un luogo in cui la gente potesse venire a godersi l’Old West; Julian, designato California Historical Landmark e famoso per la sua apple pie.
Old Poway Park and Village Felix the Helix – La Mesa
I finesettimana passati nell’entroterra ci hanno ricaricati, ci siamo scaldati al sole e abbiamo goduto dell’atmosfera frizzante delle belle giornate primaverili: siamo tornati rinfrancati nello spirito e pronti ad affrontare un’altra settimana di cielo nuvoloso, felpe e pantaloni lunghi.
Insomma, l’unico modo di sopravvivere al May Gray di San Diego è….andare via da San Diego!