
Halloween: la festa più amata dagli Americani
L’autunno negli Stati Uniti è una stagione vivace, colorata e molto allegra. A contrastare il senso di amarezza per la fine dell’estate e l’inizio della scuola c’è l’attesa e la preparazione per la festa più amata dagli Americani, la seconda festa più commerciale dell’anno dopo Natale, per la quale si stima che gli Americani spendano ogni anno 6 miliardi di dollari. Oggi facciamo una passeggiata nella cultura e nella tradizione americana per scoprire i festeggiamenti, le decorazioni, i costumi e le origini della festa di Halloween.
Così come una national holiday -il Memorial Day- segna l’inizio dell’estate (ne ho parlato qui), oggi scopriamo che il Labor Day, la festa dei lavoratori, che non viene celebrata come in quasi tutto il mondo il 1 maggio, bensì il primo lunedì di settembre, è considerato la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno.
A partire approssimativamente da questa data, si iniziano a vedere nei supermercati, nei department stores e nei negozi di abbigliamento, decorazioni per interni e per esterni, dolci, biglietti e carte da regalo, giochi per bimbi, complementi d’arredo, biancheria per la casa, vestiti, maschere, ecc… tutto a tema Halloween. Che cos’è il tema Halloween? Zucche, scheletri umani e di animali, fantasmi, teschi, spaventapasseri, ragni e ragnatele, pipistrelli, tombe, bare, zombie…
C’è chi appende pipistrelli sui cornicioni, chi ha ragnatele e ragni giganti su tutto il giardino, chi fa scendere scheletri dalla porta, chi allestisce veri e propri cimiteri
E subito dopo, verso l’inizio di ottobre, tutte quelle decorazioni e tante altre fatte artigianalmente si possono ammirare esposte con fantasia nei frontyard delle case: c’è chi appende pipistrelli sui cornicioni, chi ha ragnatele e ragni giganti su tutto il giardino, chi fa scendere scheletri dalla porta, chi allestisce veri e propri cimiteri.
Si vedono ossa affiorare dalle siepi e zombie seduti al tavolo a bere, spaventapasseri a vegliare gli ingressi e poi tantissime intramontabili zucche arancioni. Se si passeggia dopo il calare del sole, è tutto illuminato da lucine arancioni o viola…insomma, si capisce dall’impegno che ci mettono che Halloween è la festa popolare più americana e partecipata che ci sia…
Americana…sì, oggi sicuramente…anche se, noi Europei, sappiamo bene che la festa di Halloween ha origini molto più antiche, che si fanno risalire alle celebrazioni di Samhain, il capodanno celtico. I Celti (che vissero principalmente nell’area oggi occupata dall’Irlanda, il Regno Unito e il nord della Francia), celebravano il capodanno il 1° novembre.
Questo giorno segnava la fine dell’estate e dei raccolti e l’inizio del buio e freddo inverno, un periodo dell’anno spesso associato alla morte. I Celti credevano che la notte prima di capodanno i confini tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti si indebolissero. Nella notte del 31 ottobre celebravano Samhain e credevano che i fantasmi dei morti tornassero sulla terra.
Si continuò a credere che nella notte del 31 ottobre gli spiriti dei defunti tornassero in vita e per questa ragione, si usciva di casa mascherati, in modo da non essere riconosciuti come esseri viventi
Quando i Romani conquistarono i territori occupati dai Celti, mescolarono il loro festival per la commemorazione dei morti (Feralia ricorrente a febbraio) con Samahin. Quando poi, ci fu la cristianizzazione, come di consueto, si mantennero le tradizioni delle popolazioni trasformando le ricorrenze già integrate nel tessuto sociale, in celebrazioni religiose cristiane. Il 1° novembre fu scelto come giorno di Tutti i Santi (o Ognissanti) e il 2 novembre come Giorno dei Morti.
Il giorno dei Santi veniva chiamato in celtico All-Hallows e la notte prima, la tradizionale notte di Samhain nella religione dei Celti, iniziò ad essere chiamata All-Hallows’ Eve (vigilia di Tutti i Santi), , poi Hallow Eve, successivamente Hallowe’en e alla fine contratta in Halloween. Nonostante l’accettazione della festa cristiana di Ognissanti, si continuò a credere che nella notte del 31 ottobre gli spiriti dei defunti tornassero in vita e per questa ragione, si usciva di casa mascherati, in modo da non essere riconosciuti come esseri viventi, ma di essere considerati altri spiriti vaganti.
Da qui la tradizione, ancora attuale di mascherarsi ad Halloween e la prima differenza tra Halloween americano e Halloween europeo: mentre in Europa si è tenuto fede alla tradizione e ci si maschera da fantasmi, maghi, streghe, zombie, scheletri e in generale da qualcosa che sia a tema con la “festa horror”, qui negli USA ci si maschera liberamente, come facciamo noi a carnevale.
Nel Nuovo Continente si mescolarono le credenze e le tradizioni di diversi gruppi etnici europei e degli indiani americani
Questa nuova versione della festa di Halloween si ottenne grazie al fatto che Halloween fu “portato” in America dai coloni inglesi, ma nel Nuovo Continente si mescolarono le credenze e le tradizioni di diversi gruppi etnici europei e degli indiani americani. Infatti, le prime celebrazioni erano dei “play parties”, cioè eventi pubblici tenuti per celebrare il raccolto. I vicini si incontravano per condividere storie dei morti, predire il futuro, ma anche cantare e ballare.
Nella seconda metà del XIX sec. l’America fu la meta di nuovi immigrati: milioni di Irlandesi che fuggivano dalla Carestia delle Patate ed aiutarono a rendere popolare la celebrazione di Halloween a livello nazionale. Le festività coloniali di Halloween ora comprendevano i racconti di storie di fantasmi e dispetti di tutti i generi. In Europa, in base alla credenza che la notte del 31 ottobre le anime dei defunti tornassero ad errare sulla Terra, per tenere lontani i fantasmi dalle proprie case, si lasciavano ciotole di cibo fuori dalla porta per calmare gli spiriti.
La pratica del “Trick-or-treat” che oggi è l’apice della ricorrenza di Halloween negli Stati Uniti: i bimbi mascherati passano casa per casa nel loro vicinato, suonando i campanelli e urlando il loro ultimatum: “Trick or treat!”
Successivamente, durante la parata di Ognissanti in Inghilterra, i poveri passavano casa per casa ad elemosinare cibo e le famiglie davano loro dei dolci chiamati “Soul cakes” in cambio della promessa di pregare per i defunti della famiglia. La distribuzione delle “Soul cakes” erano incoraggiati dalla Chiesa in sostituzione della vecchia pratica di lasciare cibo e vino a disposizione degli spiriti vaganti. La pratica, chiamata “going a-souling” fu alla fine ripresa dai bambini e dalle donne anziane che visitavano le case del vicinato e ricevevano birra, cibo e soldi.
Da qui la pratica del “Trick-or-treat” che oggi è l’apice della ricorrenza di Halloween negli Stati Uniti: nel tardo pomeriggio i bimbi mascherati (accompagnati da qualche genitore), passano casa per casa nel loro vicinato, suonando i campanelli e urlando il loro ultimatum: “Trick or treat!”.

Così le famiglie per evitare di ricevere dei dispetti, anche piuttosto sgradevoli (noi in italiano lo abbiamo tradotto con “dolcetto o scherzetto”, ma originariamente “trick” è più vicino al dispetto) offrono dolci e caramelle ai bimbi. Anche questo è il risultato di un’evoluzione e la riproposizione di una tradizione in chiave moderna.
Alla fine dell’800, infatti, ci fu un movimento in America per modellare Halloween in una festa più relativa alla comunità e lo stare insieme tra vicini, piuttosto che una ricorrenza focalizzata su fantasmi, dispetti e stregonerie. A cavallo dei due secoli, i parties di Halloween per adulti e bambini divennero il modo più comune di celebrare la giornata del 31 ottobre, con feste ricche di giochi, cibo di stagione e costumi festosi. I genitori erano incoraggiati dai quotidiani e dai leader delle comunità a togliere tutto quanto fosse “spaventoso” o “grottesco” dalle celebrazioni di Halloween.
Oggi il simbolo di Halloween è la zucca intagliata e buona parte del business di Halloween gira proprio intorno alla zucca. Anche questa pratica affonda le sue radici in Europa, ma è stata poi adattata al Nuovo Mondo. L’origine si basa su una leggenda irlandese il cui protagonista era l’ubriacone Stingy Jack, che ingannò il diavolo per ben due volte. Quando Jack morì Dio non gli permise di entrare in paradiso a causa della sua vita sregolata, e il Diavolo, ovviamente, non gli permise di entrare all’inferno.
Così Jack fu condannato a vagare sulla Terra per l’eternità. Per spaventare lo spirito errante di Jack ed impedirgli di entrare nelle case, in Irlanda c’era la tradizione di intagliare le rape e rappresentare facce demoniache illuminate dall’interno con un lumino, per essere più spaventose di notte. Quando gli Irlandesi migrarono negli Stati Uniti, iniziarono ad intagliare i frutti che trovarono più comuni e diffusi in queste terre: le zucche.

Grazie alla mentalità americana che sa trasformare ogni piccola cosa in un grande evento, la visita al Pumpkin Patch diventa un vero e proprio appuntamento irrinunciabile per tutta la famiglia
Oggi intagliare le zucche e trasformarle in Jack-o’-Lanterns è un’attività molto amata da adulti e bambini, ed è stata trasformata dagli Americani in un rituale molto coinvolgente e divertente, che, ovviamente, abbiamo avuto il piacere di sperimentare! Tutto inizia con la scelta delle zucche: verso metà settembre cominciano ad aprire i Pumpkin Patch, cioè dei grandi campi di zucche, dove andare a raccogliere personalmente la propria zucca.

Grazie alla mentalità americana che sa trasformare ogni piccola cosa in un grande evento, la visita al Pumpkin Patch diventa un vero e proprio appuntamento irrinunciabile per tutta la famiglia. Ci sono vari Ranch o fattorie che offrono l’accesso al Pumpkin Patch. Normalmente sono aziende agricole che hanno produzioni varie e piccoli allevamenti di animali; durante i mesi di settembre e ottobre organizzano varie esperienze della vita contadina per intrattenere le famiglie.
Tra questi, ad esempio, ci sono i tractor hayrides, brevi tour seduti sulle balle di paglia in un rimorchio trainato da un trattore, o straw/corn maze cioè labirinti fatti con balle di paglia o nei campi di mais. Inoltre alcuni predispongono il petting corral, cioè un recinto in cui gli animali della fattoria (capre, galline, pecore, maialini, ecc..) sono a disposizione per essere accarezzati, mentre altri offrono la possibilità ai bimbi di montare i pony. Ci sono poi, in alcuni casi, piccole giostre, come i trenini o i classici scivoli, altalene e gonfiabili.
Noi ne abbiamo visitati due, uno più piccolo, più focalizzato sulla vendita delle zucche e con alcune proposte di intrattenimento, l’altro, invece, molto grande, in cui erano offerte tutte le esperienze e in più c’erano vari stand di cibo, birra e dolciumi. In quest’ultimo abbiamo proprio vissuto l’atmosfera autunnale e percepito il piacere della preparazione per Halloween.

La cosa più divertente è stato vedere le persone che andavano a scegliere le zucche in questi campi giganti tutti punteggiati di arancione e ne uscivano con zucche enormi trasportate sulle carriole! Mi ha fatto venire in mente il film Nuovomondo in cui i protagonisti, contadini siciliani emigranti, sognavano raccolti con ortaggi di dimensioni enormi, perché in America, era stato detto loro, tutto è più grande….e io, quando lo vidi, pensai che le immagini delle carote e degli zucchini giganti fossero una geniale e divertente rappresentazione del surreale.
Ecco, forse mi sbagliavo!