
Alla scoperta di San Diego: COLLEGE EAST
Quando si arriva in una città nuova, senza conoscere nulla, e si deve scegliere dove stare, spesso è difficile far combaciare le aspettative e le necessità con la realtà, soprattutto se si viaggia con un bimbo piccolo. Talvolta, poi, succede di dover scendere a compromessi e la propria avventura prende una direzione totalmente diversa da quella che si era programmato. Grazie all’inconveniente raccontato nel post di North Park, siamo stati costretti a lasciare la casa dopo solo una settimana, e spostarci in un quartiere che mai avremmo considerato. L’occasione è stata utile per poter conoscere un’altra parte di città ed un altro modo di vivere San Diego, dandoci la possibilità di confrontare due quartieri, entrambi per giovani: seguitemi, in questo post andiamo alla scoperta di College East.
Ci eravamo lasciati alla sera con l’angoscia per un altro trasloco, che significava non solo il peso di rifare le valigie, re-imballare quanto acquistato fino a quel momento (cibo, caffettiere, tazzine, scolapasta, mestolo forato, ecc…), re-impacchettare tutti i giocattoli, i libretti, i peluches e le cose che avevamo spedito prima di partire per fare in modo che all’arrivo in un altro continente, in un altro quartiere, in un’altra casa (senza i nonni, gli zii, i cugini, la ludoteca, gli amichetti) ci fosse comunque per il nostro piccolo un po’ di continuità con la quotidianità che aveva dovuto lasciare, senza essere neanche interpellato.

…per fare in modo che all’arrivo in un altro continente, in un altro quartiere, in un’altra casa (senza i nonni, gli zii, i cugini, la ludoteca, gli amichetti) ci fosse comunque per il nostro piccolo un po’ di continuità con la quotidianità che aveva dovuto lasciare, senza essere neanche interpellato
Questo trasloco implicava anche ristabilirsi in una casa nuova, far adattare il bimbo a una nuova cameretta, a un nuovo quartiere per le passeggiate, a un nuovo parco giochi, tutto all’improvviso, dalla sera alla mattina. Raduniamo tutte le nostre cose e carichiamo tutto sull’auto, contattiamo il servizio clienti di Airbnb e veniamo messi al corrente del fatto che loro non hanno fatto proprio nulla, e anzi sono loro a chiederci se abbiamo trovato un’alternativa.
Bene! Adesso il trasloco non è più solo angosciante, è diventato una disperata, spasmodica ricerca di un casa disponibile per subito, e per le successive tre/quattro settimane, perché con un bimbo, con tutti i bagagli e praticamente tutto quello che c’è in una casa, non possiamo permetterci di stare qualche giorno in un posto (fosse anche un hotel) per poi dover cercare un’altra sistemazione di nuovo, con il terribile mercato immobiliare di San Diego, dove la richiesta supera di molto la disponibilità.

A questo punto siamo aperti a qualsiasi zona di San Diego, pur di sistemarci. Allargando la zona di interesse -non più vicino al centro e al Balboa Park- ed abbassando le aspettative -qualsiasi cosa- riusciamo a trovare una casa che sembra disponibile. Intanto è arrivata l’ora del check out e la proprietaria ci ha fatto presente che non ci sono deroghe (simpatica), quindi partiamo con tutto in macchina con l’incertezza del dove dirigerci.
Va bene, per oggi il nostro bimbo salta la nanna pomeridiana o cerchiamo di fargliela fare in auto, l’importante è che poi avremo una sistemazione
La casa trovata risulta vuota, ma non disponibile al check-in perché non è stata pulita; questa è la nostra unica speranza, non possiamo permetterci di perderla, così dopo un po’ di insistenza, il padrone di casa trova il modo di rendercela disponibile, ma il check-in non potrà avvenire prima di sera. Va bene, per oggi il nostro bimbo salta la nanna pomeridiana o cerchiamo di fargliela fare in auto, l’importante è che poi avremo una sistemazione.
Adesso dobbiamo trovare un posto, non troppo lontano dalla nuova casa, dove poter trascorrere alcune ore. Per intrattenere il nostro bimbo, decidiamo di organizzare un pic nic, visto che la giornata sarà pesante e considerato che per tutta la mattina non è stato ascoltato perché dovevamo impacchettare, caricare la macchina e cercare una casa.
Innanzitutto localizziamo la casa: il quartiere è College East, nell’entroterra ad est della città, proprio al confine con la città di La Mesa. In quest’area -per nostra super fortuna, per una volta!- troviamo un bellissimo parco il Mission Trails Regional Park Lake Murray.
Allontanandoci dal centro di San Diego arriviamo in prossimità del lago ed iniziamo un panoramico percorso collinare…questa vista ci trasmette sensazioni di rilassatezza, benessere e tranquillità
Allontanandoci dal centro di San Diego arriviamo in prossimità del lago ed iniziamo un panoramico percorso collinare: arrivando da North Park notiamo subito che qui le case sono molto grandi, bellissime, con tanto spazio per ogni singola proprietà, giardini curati, molti alberi ornamentali; questa vista ci trasmette sensazioni di rilassatezza, benessere e tranquillità.
Proseguiamo e, superato l’ingresso del parco (negli USA è tutto organizzato per l’accesso in auto, ovunque), dopo un breve percorso in mezzo al verde, arriviamo ad un parcheggio che dà direttamente sul Lake Murray Rest Area. Non potevamo scegliere parco migliore per questa giornata!

Quest’area del parco è organizzata con servizi igienici in muratura (qui negli USA li trovo sempre in condizioni dignitose. Non so come riescano a farlo, non vedo persone che fanno le pulizie ogni momento, ma forse, semplicemente, le persone, qui, sono più rispettose dei beni collettivi rispetto a noi Italiani: ed è proprio una bella sensazione!), postazioni con attrezzatura per le grigliate, panchine e tavoli per il pic nic. La giornata è bella, c’è il sole e la vista del lago è una meraviglia: seduti a due metri dall’acqua, facciamo il nostro pic nic e il nostro bimbo non sta nella pelle dalla contentezza.
Non so come riescano a farlo, non vedo persone che fanno le pulizie ogni momento, ma forse, semplicemente, le persone, qui, sono più rispettose dei beni collettivi rispetto a noi Italiani: ed è proprio una bella sensazione!

Dopo mangiato, possiamo fare una bella passeggiata intorno al lago dove riusciamo a osservare anitre e oche che si rinfrescano nell’acqua, scoiattolini che si nascondono, pellicani che pescano, e incrociamo tante altre persone a passeggio, che fanno jogging o che vanno in bicicletta. L’ambiente del Lake Murray è proprio quello che ci voleva per passare una giornata diversa e rilasciare la tensione accumulata per l’inconveniente del giorno prima: ce lo godiamo per tutto il pomeriggio.
Verso sera ci chiama il proprietario della casa: è pronto per il check-in. Arriviamo nel nuovo quartiere quando fuori è già buio, non abbiamo idea di come sia, siamo esausti, ma avremo modo nelle prossime 3 settimane di esplorarlo e conoscerlo bene. La casa è molto spaziosa e luminosa ed abbiamo anche un bel patio grande, condiviso con un’altra casa. Nella porzione pertinente all’altra casa ci sono un divano e due poltrone con un tavolino, una bicicletta, un monopattino e 3 tavole da surf: interessanti i nostri vicini!
Il giorno successivo cerchiamo di capire dove siamo: il quartiere fu sviluppato a partire dal 1931 quando si decise di destinare l’area all’estremo est della città di San Diego alla nascita di un campus per l’antico San Diego State Teachers College, che, in centro città si stava espandendo, senza trovare spazi. Oggi il College è diventato la San Diego State University, che è la più antica istituzione di educazione superiore a San Diego. Non è difficile capire che questo è un quartiere universitario: le strade sono pienissime di ragazzi e ragazze, che si muovono a piedi o in bicicletta, skate-board o monopattino.

L’università è tra le prime 10 università negli USA scelta da studenti stranieri e si distingue per varietà di etnie e per multiculturalismo. Vedere tutti questi giovani…mi dà molta allegria
L’università è tra le prime 10 università negli USA scelta da studenti stranieri e si distingue per varietà di etnie e per multiculturalismo. Vedere tutti questi giovani, vestiti casual, qualcuno con ciabatte, ognuno come gli pare, ciascuno col proprio stile, rilassati, ma mai trascurati, chi da solo, chi in compagnia, chi con le cuffiette per la musica, mi dà molta allegria: percepisco la bellezza dell’accettazione e del vivere a proprio agio, e mi fa venire voglia di tornare giovane!
Passaggio pedonale intitolato SDSU Passaggio pedonale a College East
Sebbene non sia un quartiere “family friendly”, perché ci sono pochissime famiglie e quasi tutte le case sono affittate a studenti, è un quartiere tranquillo, e mi piace passeggiare con il mio bimbo: i ragazzi e le ragazze che ci incrociano sono molto educati, ci salutano con grazia e hanno un po’ quel comportamento di genuino imbarazzo, quel controllare se sono pettinati, se sono a posto, che mi riporta indietro a quando avevo la loro età.
Questa cosa l’ho notata qui con molto piacere perché questo a Torino proprio non succede. Quando si incrociano giovani sui marciapiedi, non salutano e non cedono neanche il passo, sono troppo impegnati a “fare i fighi”, non incrociano lo sguardo perché guardano oltre, insomma, mi sento bene al pensiero che mio figlio crescerà qui, e un giorno sarà come questi ragazzi che mi mettono tanta allegria, ma quanta tristezza mi fa la nostra società rispetto a questa!
Tutti i venerdì, i sabati e le domeniche che abbiamo passato in questo quartiere abbiamo sentito musica alta e divertimento… e poi, che si divertano!…in fondo, siamo stati giovani anche io e mio marito, e ce lo ricordiamo ancora!
Pur essendo un quartiere quasi unicamente popolato da giovani, non ci sono tanti locali per le uscite e locali notturni nella zona, come, invece avevamo visto a North Park. Abbiamo immaginato che questi ragazzi, essendo universitari, se e quando vogliono un po’ di mondanità si spostano con le loro auto (che in effetti, punteggiano le strade e le driveways di tutte le case) verso il centro, nei quartieri di North Park, Hillcrest e Gaslamp dove ci sono le più alte concentrazioni di locali notturni.

In alternativa, e questo, invece, non lo abbiamo immaginato ma lo abbiamo scoperto vivendoci, organizzano delle feste in casa. Tutti i venerdì, i sabati e le domeniche che abbiamo passato in questo quartiere abbiamo sentito musica alta e divertimento: fortunatamente le feste non sono mai state eccessive e non hanno mai avuto musica ad alto volume oltre le 2 di notte, quindi non ci hanno mai creato troppo disturbo e non ci hanno mai tolto il sonno…e poi, che si divertano!…in fondo, siamo stati giovani anche io e mio marito, e ce lo ricordiamo ancora!
Un allarme altissimo, incalzante ed allarmante -un suono mai sentito prima- sul mio cellulare. Lo guardo spaventata e vedo un messaggio in entrata
Un giorno passeggiando nel tardo pomeriggio con mio figlio, passiamo davanti ad una casa dove stava iniziando una di queste feste e la musica era parecchio alta. Proprio in concomitanza con l’ingresso di questa casa, inizia a suonare un allarme altissimo, incalzante ed allarmante -un suono mai sentito prima- sul mio cellulare. Lo guardo spaventata e vedo un messaggio in entrata. L’allarme riparte sempre a volume altissimo, spaventando me e il mio bimbo.
Non sapevo di cosa si trattasse e siccome stavamo passando davanti a questa casa, mi sono immaginata che i “ragazzacci”-studenti universitari-nerd avessero hackerato il mio cellulare, per farmi uno scherzo, visto che eravamo “i diversi” del quartiere (nel senso non studenti e mooooolto più vecchi). L’allarme riparte ancora, e arrivano ancora messaggi. Insomma, lo spengo sperando di togliere il divertimento agli hackers e vado via a passo veloce, spingendo mio figlio.

Arrivati a casa, dico a mio marito che c’è un problema col mio cellulare, che me lo hanno hackerato. Mio marito, software engineer, un ex-studente-nerd, ridendo, mi chiede spiegazioni. Allora gli racconto cosa mi è successo e che ho spento il cellulare e se lo riaccendo riparte questo allarme che mi fa paura, e scopro che: sono messaggi della polizia. Pare che sia scomparsa una bambina e la polizia, qui in California, si prende la libertà di inserirsi su tutti i cellulari di tutte le persone che sono sul territorio, in modo da lanciare l’allarme e richiedere collaborazione qualora venisse avvistata una bimbina con adulti in atteggiamenti strani.
Col passare dei giorni, sono sempre più conquistata dalla società americana, dalla loro etica del vivere insieme, dal loro senso di collettività
Nell’immediato rimango stizzita: ma insomma! La privacy! Questo allarme così alto e ripetuto mette ansia, ecc…ecc…, poi riflettendoci capisco che qui la polizia, per difendere le persone e proteggere la comunità, fa tutto quello che è possibile, e in questo coinvolge la comunità stessa, perché è interesse della collettività avere il rispetto delle leggi da parte di tutti: chapeau!
Col passare dei giorni, sono sempre più conquistata dalla società americana, dalla loro etica del vivere insieme, dal loro senso di collettività: la nostra casa è grande e spaziosa, ha un bel giardino di fronte ma non è recintata, si accede al patio dal marciapiede tramite un cancelletto di legno, senza chiusura e le finestre non hanno inferriate; eppure non ho paura, non c’è pericolo di nulla. Tutte le case qui sono così, aperte.
Noi Italiani sappiamo sicuramente mangiare bene , ma gli Americani sanno vivere bene
“Noi Italiani sappiamo sicuramente mangiare bene (cosa che qui, ehm, lascia a desiderare), ma gli Americani sanno vivere bene”, penso con lo sguardo che attraversa la grande vetrata che dà sul patio….e oh-my-God! Cosa vedono i miei occhi!? I nostri vicini -tre ragazzoni Californiani alti, belli, muscolosi e in superforma- visto che fa caldo, sono usciti nel patio senza maglietta!!! Che spettacolo! – mi lascio scappare con entusiasmo. Mio marito mi guarda preoccupato, ma non ci posso fare niente. Ho una certa età e comunque in Italia certe cose non si vedono. Che peccato non avere 20 anni di meno, questa sarebbe stata la sistemazione giusta nel quartiere giusto!

Alla fine ci è andata molto bene: grazie topino, la tua incursione inopportuna ci ha portati a trascorrere una bellissima giornata al parco del Lake Murray e ci ha spinti a trovare una casa dove sicuramente staremo meglio rispetto a quella che avremmo dovuto condividere con te!